Oggi il nostro pensiero va a tutti quei ragazzi che hanno lottato per la nostra libertà, siano essi tornati o caduti. Dedichiamo loro l’Inno di Mameli che canteremo tutti insieme durante la Commemorazione che si terrà a Seriate o in ogni luogo, con il cuore gonfio di gratitudine e di mesta tristezza per chi non è mai tornato dal conflitto della Grande Guerra. La vittoria di allora sia di monito per noi che viviamo a cent’anni di distanza con ricordi famigliari e li stringiamo al petto.
4 novembre 1918 – 2018 – Centenario della fine della Grande Guerra.
Dedichiamo a questo giorno due odi, poesie che rivelano cosa han vissuto gli uomini al fronte e le loro famiglie che aspettavano il loro ritorno a casa.
Album fotografico pubblicato sulla nostra Pagina di Facebook: 4 novembre 2018 – Album fotografico commemorazioni a Seriate
Dichiarazione – autore Pietro Jahier
Altri morirà per la Storia d’Italia volentieri
e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita.
Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno
che non sa perché va a morire
popolo che muore in guerra perché”mi vuol bene”
“per me” nei suoi sessanta uomini comandati
siccome è il giorno che tocca morire.
Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni
ma io per questo popolo illetterato
che non prepara guerra perché di miseria ha campato
la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni.
Altri morirà per la sua vita
ma io per questo popolo che fa i suoi figlioli
perché sotto coperte non si conosce miseria
popolo che accende il suo fuoco solo a mattina
popolo che di osteria fa scuola
popolo noi guidato, sublime materia.
Altri morirà solo, ma io sempre accompagnato:
eccomi, come davo alla ruota la mia spalla facchina
e ora, invece, la vita
Sotto ragazzi,
se non si muore
si riposerà allo spedale.
Ma se si dovresse morire
basterà un giorno di sole
e tutta Italia ricomincerà a cantare.
Soldato ignoto – autrice Ada Negri
Lungo le vie dell’urbe
lentissimo passa
il carro che fiori
non porta, ma porta
i tre colori,
come ghirlanda
su piccola cassa.
Soldati lo seguono,
fanciulle lo seguono, .
anch’esse in aspetto di guerra,
croce rossa, su tunica blu.
Da vani di porte,
dai marciapiedi lucenti,
rapide genti
guardano: un cenno
di riverenza gli uomini,
un segno di croce le donne,
fra un sospiro e un brivido.
Chi è?
Un soldatino ignoto
ancor quasi un bambino;
la cassa è cosi piccola
sotto il vessillo si grande!..
Forse laggiù al paese
la mamma che lo aspetta
ch’egli sia morto non sa,
ancora non sa.
E sferruzza una calza sull’uscio,
e sorride: – A Natale verrà…